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Io sono Gianni

“Io sono Gianni” non è un modo arrogante di descriversi, serve a ribadire, parafrasando l’intervento di Giorgia Meloni, che quel che scrivo sono e non posso scrivere nulla di diverso da quello che sono.

Gianni Meffe

Sono nato per caso ad Isernia (l’ospedale di Campobasso era chiuso per trasloco) lo stesso giorno della Regione Molise, del Tricolore, della Costituzione Italiana e di una marea di leggi di bilancio che spesso ci hanno rovinato l’anno che verrà.  Ho salutato il mondo a pochi minuti dalla mezzanotte, durante una nevicata, motivi per cui amo star sveglio di notte e la neve, e dopo un viaggio serale Torella-Isernia non proprio agevole, con mia madre che aveva mangiato come ultimo piatto, prima di “esternalizzarmi”, uno Scattone, il mio piatto “sacro”.
In tre righe c’è già un buon riassunto di quello che sono, considerando che credo alle coincidenze e di coincidenze nella mia vita ce ne sono tante.

Sono cresciuto a Santo Janni, il mio posto nel mondo, mi sono diplomato come Perito Informatico, ho studiato scienze della Comunicazione lasciando ad un passo dalla triennale, per poi conseguire una Laurea Triennale e Magistrale in Scienze Politiche, un Master in  “Management & E-Governance della Pubblica Amministrazione” e un altro in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”.
Militare come Caporale del Genio Ferrovieri prima e come Tenente di complemento dell’Aeronautica Militare poi, sono un funzionario pubblico e Giornalista Pubblicista.

Ho un carattere abbastanza deciso, quindi in base alla teoria di Ennio Flaiano ho un brutto carattere, e cerco di vivere ricordando sempre le parole che Gabriele D’Annunzio ha fatto incidere sul frontone all’ingresso del Vittoriale: “Io ho quel che ho donato”.
Per questo motivo provo a donare sempre quel che ho, anche se si tratta solo del tempo o di un sorriso, e lo faccio da sempre, attraverso l’associazionismo e il volontariato, dalla cultura allo sport, tramite l’AVIS e il ruolo di Tutore per Minori non Accompagnati e nelle tante occasioni di ogni giorno, quando possiamo fare qualcosa per gli altri senza interessi e secondi fini.

Donare per me significa anche impegno civico, al fine di perseguire e difendere quel bene comune che Pericle ricordava agli Ateniesi ansava difeso, insieme ad altri valori, attraverso l’interesse nei confornti dei pubblici affari, ma senza utilizzare gli stessi per ritorni personali. Motivi per cui partecipo da quando avevo quattordici anni alla vita politica ed amministrativa di tutto ciò che mi circonda.

Odio le droghe e il fumo, mi piace gustare le cose buone della vita: cibo, vino e birra e la bellezza che questo mondo ci regala. Non pratico sport in modo costante, al netto delle maratone di Mentana, e sono un tifoso moderatamente sfegatato dell’Internazione F.C. Milano, una squadra che non significa solo calcio ma che rappresenta uno stile di vita, anzi essere interisti è un esercizio di vita che ti prepara a tutto, soprattutto a: sognare,provarci e a restare felice nonostante le tante sconfitte. Tornare a sognare, riprovarci e restare ancora felice nonostante le altre sconfitte. Tornare a sognare, riprovarci ancora e restare se stessi anche se capita di vincere.

Amo la natura, i piccoli borghi, le tradizioni, le cose semplici e quelle che hanno un sapore vero. Amo tutto ciò che ho imparato ad apprezzare in questi anni, a partire dal valore delle persone e dalla loro sincerità.

Un difetto, che però io reputo un pregio, è quello che non riesco a trattenermi nel dire quello che penso.  Una mia capacità spiccata è quella di riuscire ad “inquadrare” quasi sempre le persone, magari sembrando troppo “duro” nei giudizi in un primo momento…ma trovandomi ad avere quasi sempre ragione dopo. Troppo brutto il mio carattere? Se eravamo immortali potevo vivere con il dogma del buonismo, ma considerando che non andrà cosi preferisco essere diretto e me stesso.

 

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